Rottura tendine di Achille

Rottura tendine di Achille: le cause

Che succede quando si rompe il tendine di Achille?

Ed eccoci qui, come ti avevo promesso nell’articolo sull’infiammazione del tendine di Achille, a parlare della più grave lesione che quest’area possa subire: parliamo oggi della rottura del tendine di Achille. I tendini sono fibre molto dure che connettono tra loro il muscolo e l’osso, permettendo movimenti orizzontali e verticali, distribuendo e sopportando il peso a cui l’area è sottoposta.

Cosa provoca la rottura del tendine di Achille?

Potrai ben immaginare quanto possa essere compromettente subire un danno così grave a un elemento di rilievo per le funzioni che svolge nella gestione dei movimenti. Inoltre, molto spesso questa lesione non è causata da danni precedenti, verificandosi improvvisamente, senza sintomi prodromici.

Statisticamente la rottura del tendine di Achille si verifica nell’atleta uomo di mezza età oppure nell’uomo che si diletta, per hobby, a partecipare a partitelle di basket o calcetto nel weekend! Attività sportive che richiedono salti, pivot e corse improvvise, intense, strappi e movimenti bruschi sono generalmente le più indicate per far sì che l’infortunio si verifichi.

Quindi, quali sport sono coinvolti in questa lista nera? Beh, sicuramente tennis, basket, calcio, rugby, pallavolo, fino ad arrivare allo squash …insomma, da questa lista sembra proprio che tu possa praticare solo la dama o il bowling! Sto scherzando, ovviamente! Il mio intento è, come sempre, solo quello di informarti e farti comprendere dinamiche, contesti e rischi. Più conosci, più sai come affrontare situazioni inattese. Come ti ripeto spesso: sapere è potere!

Cause della rottura del tendine di Achille

  • Si fa un forte push-off con il piede, vale a dire si fa trazione con il piede dandosi lo slancio in avanti, come all’inizio di una corsa o di un salto!
  • Improvvisamente si inciampa, il piede d’istinto viene spinto in avanti per interrompere e impedire la caduta e riottenere l’equilibrio perduto, sovraccaricando con forza il tendine;
  • Si cade da un’altezza significativa;
  • Infine, ma non meno importante, una causa ulteriore è data dalla morte delle cellule tendinee, che si verifica a causa di una tendinopatia mal gestita. Considera che, statisticamente, questo è il maggiore fattore di rischio per la rottura del tendine di Achille! Lo abbiamo visto in precedenza, la tendinopatia determina un indebolimento progressivo, derivato dalla morte delle cellule tendinee. Le cause sono da ricercarsi nell’età, negli sforzi intensi e reiterati e nella mancanza di utilizzo. Inoltre, malattie come artrite e diabete, e/o uso prolungato di farmaci come corticosteroidi e specifici antibiotici sono fattori che incidono a livello probabilistico nella lesione in questione;

Diagnosi e trattamento 

Vi sono specifici esami che possono diagnosticare la rottura del tendine di Achille. Tra questi, ricordiamo il test di Thompson, consistente nella spremitura dei polpacci al fine di verificare la risposta dei tendini. Questa prova è sensibile e efficace a livello diagnostico tra il 93% e il 96%. D’altro canto, esami ecografici e risonanze magnetiche sono utilissime a diagnosticare la lesione!

Per quanto concerne i trattamenti successivi alla diagnosi, spesso questi hanno natura conservativa, non chirurgica, al fine di garantire il recupero della mobilità e la rigenerazione dell’area lesa attraverso un lento processo di riabilitazione e movimenti controllati, grazie al sostegno di un tutore per caviglia (o CAM walker). D’altro canto, può essere necessaria anche la chirurgia, al fine di ricostruire l’area interessata.

L’attuale dibattito medico su quale dei due trattamenti – conservativo o chirurgico – possa essere più adatto per curare un tendine d’Achille rotto vuole che il primo sia più efficace, in quanto meno invasivo, ugualmente efficace nella prevenzione da future ricadute, ma privo di rischi di infezioni – cosa che ogni intervento chirurgico porta con sé. Questo tipo di intervento è privilegiato inoltre se l’infortunio si è appena verificato, per la prima volta. Qualora, invece, ci fosse un ritardo di oltre due settimane nella relazione tra infortunio e diagnosi, e/o se non è la prima volta che accade, bisogna intervenire con la terapia chirurgica.

Prognosi e fisioterapia post-chirurgica

La prognosi, a seguito della rottura del tendine di Achille, prevede che si rimanga col piede nel proprio tutore per un periodo compreso tra le 6 e le 12 settimane. Se tutto va alla perfezione durante la riabilitazione, ci vogliono almeno 12 settimane prima che sia possibile un ritorno allo sport. Nel caso di complicazioni però, i tempi di recupero possono arrivare sino a 6 mesi.

Per quanto concerne i trattamenti post-intervento, la maggior parte dei chirurghi raccomanda di iniziare la fisioterapia circa una settimana dopo l’intervento. È importante non stressare eccessivamente il tendine d’Achille accelerando i tempi di recupero. Ricorda: l’area è delicata e il suo lavoro è fondamentale e,  affinché possa funzionare correttamente, è necessario che riprenda gradualmente forza, elasticità e resistenza.

Spero di esserti stato utile! Come sempre, ci vediamo al prossimo articolo oppure nel mio studio di fisioterapia a Roma Eur Marconi, ciao!

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