Infiammazione tendine d'Achille

Infiammazione Tendine di Achille

Cosa succede quando ti fa male il tendine d’Achille

Achille, virtuoso eroe dell’Iliade, era intelligente, astuto, forte, insomma: invincibile. O meglio, quasi invincibile. Achille non aveva punti deboli, eccezion fatta per il suo tendine. Già, hai capito bene: il punto debole di Achille era il tendine. Una versione successiva del mito infatti, vuole che Teti lo avesse immerso, neonato, nel fiume Stige, così da renderlo invincibile. Lo immerse però tenendolo, appunto, per un tendine, unica parte del corpo che non fu bagnata dalle acque del fiume Stige. Morale della favola, secondo alcune versioni Achille venne ucciso da Paride, durante la guerra di Troia, colpito da un dardo proprio sul tendine debole. Da qui nasce l’espressione idiomatica “tallone d’Achille”, a indicare il proprio punto debole.

Oggi però non prenderemo parte a una lezione sulla storia greca o sulla mitologia! Questo incipit mi serviva per introdurre il tema dell’articolo di oggi, vale a dire l’infiammazione del tendine di Achille. Questo malessere è anche noto come la tendinopatia di Achille o tendinite di Achille o, ancora, dolore al tendine di Achille. Mio prode eroe, proteggi bene i tuoi punti deboli e iniziamo!

Cos’è l’infiammazione del tendine di Achille?

La maggior parte degli esperti, parlando di tendinopatia di Achille, si riferisce sia all’infiammazione – caratterizzante la tendinite – sia a altre patologie proprie del tendine di Achille. Possiamo ad esempio riconoscere una differenza sostanziale tra tendinite, intesa come “infiammazione del tendine” e tendinosi. Nel primo caso l’infiammazione non è la causa del dolore, mentre nel secondo il termine definisce le minuscole lacerazioni del tessuto interno e circostante l’area tendinea

In generale questa patologia è definibile come una lesione derivata da un uso eccessivo dell’area coinvolta, sottoposta a troppo stress (intensità dello sforzo) continuativamente (estensione temporale), come nel caso in cui si coltivi l’abitudine di fare jogging o altri esercizi fisici che sforzino l’area tendinea, come nel saltare a corda.

Cosa causa l’infiammazione del tendine di Achille?

Per comprendere la natura del danno proprio della tendinopatia è necessario comprendere la struttura muscoloscheletrica caratterizzante l’area interessata. I tendini sono le fibre dure che collegano il muscolo all’osso. Data questa funzione connettiva, la maggior parte delle lesioni tendinee si verifica in prossimità delle articolazioni, aree cioè sottoposte a sforzi e movimenti continuamente. Tra queste: spalla, gomito, ginocchio, caviglia. Una lesione al tendine, anche se può sembrare sia un danno improvviso, è in realtà generalmente la punta di un iceberg, il risultato finale di un processo di lacerazione sviluppatosi nel corso del tempo.

Focus sulle cause 

La tendinopatia di Achille è dunque una lesione derivata da uso eccessivo dell’area tendinea, comune soprattutto a chi fa jogging e salta. Azioni ripetitive e stress eccessivo sono perciò le cause a cui è imputabile la lesione. Attenzione però: essendo l’usura eccessiva legata al tempo, questo processo è strettamente correlato all’invecchiamento.

Oltre alle attività sportive o correlate a sforzi eccessivi e continui, anche l’età è un fattore determinante.

Cerchiamo di fare luce sulle cause più comuni della tendinite:

  • Uso non abituale dell’area,
  • Intensità eccessiva dello sforzo,
  • Cambiamento improvviso della superficie di allenamento (come fare jogging dal cemento alla sabbia),
  • Calzature inadatte allo sforzo richiesto e/o alla tipologia di attività svolta

Inoltre, statisticamente i fattori di rischio di tendinopatia di Achille colpiscono:

  • Gli uomini più delle donne,
  • Generalmente sopra i 30 anni,
  • Con l’aumentare del peso,
  • Chi soffre di diabete

Quali sono i sintomi?

Per quanto concerne la sintomatologia, la tendinopatia di Achille è caratterizzata da un dolore bruciante all’inizio di un’attività, che va esponenzialmente e progressivamente peggiorando. Sin dai primi movimenti della giornata (considerando che durante la notte il tendine duole più che al mattino, rilassandosi le zone sottoposte a stress durante la giornata) viene avvertita una certa rigidità che poi, al momento degli esercizi, sfocia appunto in dolore. Inoltre la zona colpita può arrossarsi e/o gonfiarsi. Dolore, rigidità, perdita di forza nella zona colpita e, talvolta, gonfiore sono dunque i sintomi principali.

Ulteriori sintomi di natura fisiologica e muscoloscheletrica sono:

  • Debolezza, scarsa resistenza e/o tenuta muscolare ai polpacci,
  • Poco controllo dei muscoli degli arti inferiori – come i muscoli delle anche o delle ginocchia,
  • Articolazioni rigide ai piedi e alle caviglie

Come viene diagnosticata l’infiammazione del tendine di Achille?

La tendinopatia di Achille è insomma una delle tante cause del dolore al polpaccio o al tallone: motivo per cui è necessaria un’accurata diagnosi. Analisi dei sintomi, test clinici, risonanze magnetiche analizzano la lesione, infiammazione e tensione del vostro tendine!

Come accennavamo in precedenza, la tendinopatia non emerge dal nulla. Per lo più, è il risultato di un processo di microlesioni sfociante nella patologia in questione. Insomma, si tratta di un continuum di stati e processi patologici che, una volta diagnosticata la fase del problema, verrà trattato attraverso un programma di esercizi adeguati.

Una volta iniziato il processo di riabilitazione, fondato sulla specificazione dello stato corrente della patologia, tra i vari test, il vostro fisioterapista utilizzerà test di provocazione del dolore, misure di forza e resistenza allo stress e definizione del livello di dolore associato, garantendo così un costante monitoraggio sul livello di progresso.

Come si cura?

Il trattamento della tendinopatia di Achille è progredito significativamente negli ultimi anni. Su questa base, è ora più importante che mai essere valutati e trattati da un fisioterapista che sia aggiornato sulle ultime scoperte e sulle strategie di trattamento. Alla base dei trattamenti volti a curare questa patologia c’è l’esercizio fisico. Ad esempio, troviamo gli esercizi isometrici, in cui resta invariata nel movimento relazione tra angolo formato dall’articolazione e la lunghezza del muscolo. Questa tipologia di esercizi ha effetti positivi, alleviando il dolore nel caso di tendinopatia.

Il modello a semaforo

Alla base della serie di esercizi su cui si fondano le terapie, troviamo la progressiva capacità del tendine di acquisire resistenza nella sopportazione del peso durante gli esercizi. Per comprendere quanto peso possa sopportare il tendine si usa spesso il modello a semaforo. Andiamo nel dettaglio: durante l’esercizio, quando si accende la luce rossa è necessario ridurre il carico d’esercizio. Invece, la luce gialla indica di mantenere invariato il peso, mentre quella verde garantisce la possibilità di aumentare il peso. Questo modello serve proprio a comprendere e rispondere alle esigenze e ai messaggi del proprio corpo ed è fondamentale per curare la tendinopatia. Infatti, un aumento lieve e graduale del peso accrescerà la resistenza e garantirà la crescita di nuovi tendini. Al contrario, il sovraccarico aumenterà il deterioramento. Considerando il fatto che i tendini possono rispondere anche con una latenza di 24 ore allo sforzo, è fondamentale che non solo durante, ma anche nelle successive 24-48 ore dagli esercizi i tendini non provochino dolori.

Quali sono i tempi di guarigione 

Non è sempre facile guarire in tempi brevissimi dalla tendinopatia. Dipende molto da quando viene identificata la lesione: se questa viene identificata nelle prime fasi il recupero sarà ovviamente più breve. Il dolore, in questi casi, tende a stabilizzarsi entro 5-10 giorni dai primi sintomi, per cui l’esercizio deve essere commisurato alla sopportazione dell’area. Chiaramente, più lo stato lesivo è grave, più trattamenti specifici e duraturi saranno necessari!

Per guarire in tempi brevi e non peggiorare la situazione è necessario a questo punto capire quali siano gli…

Esercizi da evitare e esercizi da approfondire con l’infiammazione del tendine di Achille

Da evitare sono gli esercizi che vi provocano dolore o il cui movimento può essere nocivo per l’area interessata, come correre lungo pendii ripidi e alti (che si tratti di colline, scale o scogliere), saltare a corda o fare squat molto profondi. Giunti adiacenti e biomeccanica degli arti inferiori

Inoltre, recenti ricerche hanno identificato diversi problemi biomeccanici degli arti inferiori che possono predisporre alla tendinopatia di Achille. Il fisioterapista valuterà elementi come la dorsiflessione della caviglia, l’allineamento e il controllo degli squat a una gamba, il controllo dei glutei, il rapporto di piegamento dell’anca e del ginocchio e la tecnica di corsa e di atterraggio.

D’altro canto, ci sono molte tecniche e tipologie di esercizi specifiche che garantiscono il miglioramento. Tra queste ricordiamo…

  • Massaggi e esercizi con i rulli fisioterapeutici. Esercizi specifici coinvolgenti aree delle gambe come ginocchia e polpacci, se eseguiti in posizioni corrette e non nocive, possono alleviare il dolore e garantire il miglioramento della patologia.
  • Rafforzamento eccentrico. Queste tecnica, fondata sulla capacità di trattenere più a lungo la fase “negativa” o eccentrica appunto, volta a rafforzare tensione muscolare in fase di allungamento.
  • Altri trattamenti. Iniezioni di agenti sclerosanti, fattori di crescita derivati dalle piastrine (PDGF), sangue autologo (cioè del soggetto stesso) nelle aree malate. Questi trattamenti innovativi hanno mostrato di essere potenzialmente promettenti per la cura di patologie come quella da noi oggi esaminata, ma sono necessari ulteriori studi per confermarne l’efficacia al 100%.

Il tendine d’Achille può rompersi?

Concludiamo questo contributo con le note dolenti, anche se queste ci saranno utili nel prossimo articolo, che affronterà in maniera più approfondita l’argomento che ti sto solo per introdurre. Nella tendinopatia, lo scenario peggiore è rappresentato dalla rottura totale del tendine d’Achille. Questa si verifica quando vi è abbondante decesso delle cellule tendinee, indebolendolo drasticamente. Uno sforzo eccessivo o un movimento improvviso possono provocare la rottura di questo tessuto connettivo, provocando grave dolore e tanti problemi di mobilità. In tal caso si ricorre a trattamenti chirurgici, gessi e/o scarponi da passeggio, con o senza sostegno di stampelle. Le tempistiche di recupero in tal caso si aggirano attorno ai 6 mesi.

Spero di esserti stato utile! Come sempre, ci vediamo al prossimo articolo oppure nel mio studio di fisioterapia a Roma Eur Marconi, ciao!

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