Postura scorretta

La postura scorretta causa Mal di Schiena?

Probabilmente hai sentito dire che una postura scorretta causa il mal di schiena, o che dovresti lavorare sulla tua postura per liberarti della lombalgia. Lo affermano su Internet fisioterapisti, chiropratici, osteopati e personal trainer. Se fai una ricerca su Google per “postura e dolore”, otterrai milioni di referenze.

Le credenze più comuni sull’associazione tra Postura e mal di schiena

Se hai una curva relativamente ampia nella parte superiore della schiena (cifosi), ti potrebbero dire che la tua è la classica “sindrome crociata superiore”. Questa sindrome comporta spalle arrotondate, torace detto “incavato” e  il capo proteso innaturalmente in avanti. Per correggere o almeno migliorare questa alterazione posturale è necessario lavorare contemporaneamente sull’allungamento dei muscoli del petto e sulla riattivazione di  quelli tra le scapole.

Se invece il tuo problema riguarda la parte bassa della schiena, che presenta un arco relativamente grande in quella zona (lordosi), ti verrà diagnosticata una “sindrome crociata inferiore”. Con conseguente bacino inclinato in avanti (inclinazione pelvica anteriore) e stomaco sporgente. Per risolvere la “incrociata superiore” ti verrà consigliato di rafforzare addominali e glutei, di allungare i flessori dell’anca e mantenere in contrazione gli addominali per il maggior tempo possibile…

Un’altra idea molto diffusa sostiene che le asimmetrie causino dolore. Un terapeuta potrebbe quindi tentare di correggere una torsione o inclinazione nell’allineamento del bacino, per evitare rotazioni o, peggio, un danno che porterebbe la colonna vertebrale a piegarsi. Indagherebbe per scoprire se una delle gambe del paziente è più lunga dell’altra perché questo comporterebbe un dislivello negli apici del bacino portandolo “fuori asse”.

Cosa dice la Scienza sul legame tra postura scorretta e mal di schiena

Queste idee dal forte appeal intuitivo sono sostenute da numerosi professionisti. Ma la domanda che vogliamo porre è: quali prove le supportano?

E ancora: dovremmo veramente analizzare continuamente il nostro stato posturale correggendo qualsiasi “deviazione” da ciò che viene considerato “ottimale”?

L’associazione tra “dolore” e “postura scorretta” è un argomento che ha prodotto molta letteratura ma pochi riscontri.

Vediamo in che modo vengono compiute le ricerche che dovrebbero sostenere queste teorie e diamo uno sguardo agli studi che sono stati documentati.

I ricercatori reclutano un certo numero di pazienti e li dividono in due gruppi: quelli che soffrono di dolori alla schiena e quelli che non ne soffrono. Quindi si avvalgono di esami radiologici – o di altro tipo – per misurare l’allineamento pelvico o spinale, discrepanza della lunghezza delle gambe, inclinazione pelvica, gradi di curvatura nella parte bassa o alta della schiena e del collo. Effettuati e acquisiti i dati, i ricercatori determinano se ci sono differenze significative nell’allineamento posturale tra i gruppi con e senza dolore.

Negli studi prospettici, i ricercatori analizzano la postura di un gruppo di persone senza dolore alla schiena. Quindi determinano se i soggetti che presentano specifiche caratteristiche posturali hanno più o meno probabilità di avere lombalgie in futuro.

La realtà è diversa da quella che vogliono farci credere

Sebbene i risultati di queste indagini non siano chiari né esaustivi, la maggior parte comunque non supporta l’affermazione “una cattiva postura causa mal di schiena”.

Da cui desumiamo che “Ci sono poche prove a sostegno dell’idea che sia possibile spiegare il dolore in riferimento alla postura o che sia possibile curarlo cercando di cambiare la postura.”.

Nel dettaglio:

  • Non esiste associazione tra “disuguaglianza della lunghezza delle gambe” e “dolore alla schiena”.
  • Non esiste differenza significativa nella lordosi lombare o nella disuguaglianza della lunghezza delle gambe tra tre gruppi di 321 maschi con “grave dolore alla schiena”, “dolore moderato” o “assenza di dolore”.
  • Nessuna associazione tra le misurazioni della curvatura del collo e il dolore al collo.
  • Nessuna differenza significativa nella lordosi lombare, nell’inclinazione pelvica, nella discrepanza nella lunghezza delle gambe e nella lunghezza dei muscoli addominali, dei muscoli posteriori della coscia e del ileopsoas in 600 persone con e senza dolore alla schiena.
  • Gli adolescenti con asimmetria posturale, cifosi toracica eccessiva e / o lordosi lombare non avevano maggiori probabilità di sviluppare dolori alla schiena in età adulta rispetto ai coetanei con postura “migliore”.
  • Le donne incinte con accrescimento della curva lombare durante la gravidanza non avevano maggiori probabilità di sviluppare il mal di schiena.
  • Le persone che per lavoro sono costrette ad assumere frequentemente posture scomode non hanno livelli più elevati di mal di schiena.

I risultati degli studi su postura scorretta e mal di schiena

Sebbene alcuni studi abbiano trovato un’associazione positiva tra le misurazioni dell’allineamento spinale e del dolore, queste sono eccezioni alla regola.

Il peso delle prove è meglio rappresentato da una revisione sistematica effettuata nel 2008, che ha analizzato più di cinquantaquattro studi sul legame tra dolore e postura. Sebbene la qualità degli studi fosse generalmente scarsa, insieme non producevano prove a sostegno di una associazione tra le misurazioni dell’allineamento e del dolore sagittale.

La ricerca sopra riportata indica che se esiste una correlazione tra postura e dolore, è debole. Questi risultati sono tanto più sorprendenti se si tiene conto del fatto che molte indagini hanno trovato altri fattori correlati alla lombalgia, quali: esercizio fisico, soddisfazione lavorativa, livello di istruzione, stress e fumo.

Anche se esiste una correlazione tra dolore e postura, ciò non proverebbe un nesso di causalità. E’ più plausibile che il dolore causi cattiva postura, e non viceversa. Le persone a cui viene iniettata una soluzione che procura loro il mal di schiena adottano spontaneamente diverse strategie posturali per ovviare al dolore. Non è sorprendente?

Inoltre, un conto è ammettere che una cattiva postura possa contribuire al mal di schiena, altro è concludere che la postura possa venire corretta. E altro ancora dimostrare che correggendo la postura “cattiva” si ridurrà il dolore alla schiena.

Non c’è alcuna associazione tra postura scorretta e mal di schiena

Malgrado questa frase risulti contro intuitiva ci sono almeno tre ragioni plausibili per cui la postura non si associa al dolore.

  1. I tessuti si adattano allo stress nel tempo

La teoria secondo cui la cattiva postura causa dolore si basa sull’idea che determinate aree soffrono a causa di un eccessivo stress meccanico, un micro danno che si accumula nel tempo. Anche ammettendone il senso, la teoria decade nel momento in cui non prende in considerazione il fatto che i tessuti hanno la capacità di adattarsi allo stress.

Proprio come i muscoli diventano più forti se esposti allo stress procurato dal sollevamento pesi, le articolazioni, i legamenti e i tendini si adatteranno per resistere alle sollecitazioni locali create da particolari posture.

  1. Il danno tissutale non è sinonimo di dolore

La seconda ragione per cui la postura non è correlata al dolore è che anche se una cattiva postura provoca danni ai tessuti, i danni ai tessuti non equivalgono al dolore.

Significative percentuali di pazienti – si parla di dati che oscillano tra il 20 e il 50% – con danni alle spalle o alle ginocchia, non provano dolore. Eppure hanno dischi sporgenti, lacrime nella cuffia dei rotatori, menis strappati o altro. Un individuo di 30 anni indagato con una RMN, ha una fortissima possibilità che gli vengano riscontrati danni significativi in zone in cui non prova sofferenza.

La ragione? Il dolore è un sintomo complesso e il danno tissutale è solo uno dei fattori che contribuiscono a innescarlo e farlo perdurare nel tempo. Quindi, nella misura in cui la postura sta causando una qualche forma di danno tissutale a lungo termine, non necessariamente causerà dolore.

  1. Le persone non sono tutte uguali ma diverse tra loro.

La terza ragione per cui le posizioni apparentemente “cattive” non sono correlate al dolore è che ogni individuo ha una struttura unica. Ogni struttura scheletrica mostra differenze sostanziali nella forma delle ossa e delle curve spinali. Asimmetria e irregolarità sono la norma, non l’eccezione.

La dimensione e la forma delle ossa determineranno in qualche misura il modo migliore e confortevole di mantenere la stazione eretta, sedersi o muoversi. Pertanto, l’allineamento “disfunzionale” per un individuo potrebbe risultare ottimale per un’altra.

A causa di queste differenze individuali, il confronto con un ideale modello posturale e il tentativo di apportare correzioni al fine di riportare tutto a quello, creerebbe più problemi che soluzioni ai problemi.

Cosa fare invece di preoccuparsi della postura

Dopo aver fatto tesoro dei risultati ottenuti con gli studi, risulta evidente che cercare di identificare i difetti nella postura statica secondo un modello ideale e correggerli non è una terapia efficace per trattare o prevenire il dolore. Anzi, si rivelerebbe una perdita di tempo addirittura dannosa.

Quindi, se la postura non è un argomento rilevante nell’ambito del dolore, significa che non dovremmo preoccuparci affatto dell’allineamento del corpo durante il riposo o l’esercizio fisico?

La corretta risposta è no. Però magari oltre alla postura quando si cerca di curare il mal di schiena ci sono altri fattori che vanno presi in considerazione:

  1. Garantire un buon allineamento quando sono coinvolte forze elevate

Non bisogna interpretare in modo errato i dati della ricerca sulla postura. Arrivare forzatamente a sostenere che biomeccanica e buona salute non sono in relazione è un punto di vista profondamente sbagliato. L’esercizio vigoroso è diverso dal semplice stare seduti o in piedi, e può richiedere più attenzione che il “corretto allineamento”.

Mentre siamo fermi, in piedi o seduti, le sollecitazioni meccaniche sulle articolazioni sono di trascurabile entità. Il nostro corpo ha sperimentato questi identici stress migliaia di volte al giorno per molti anni, ed è abituato a gestirli.

Al contrario, durante un intenso esercizio fisico, lo stress meccanico è assolutamente maggiore e soprattutto il corpo non ha “memoria” di quegli stress specifici quindi ha meno opportunità di adattarvisi.

Postura e allineamento sono importanti in uno “stacco pesante”. Sono importanti quando si atterra dopo un salto, quando si spinge in uno sprint, si sollevano pesi o si intraprendono attività che comportano una grande quantità di stress meccanico. In questi casi, è un’ottima cosa sforzarsi di mantenere coscienza del nostro assetto posturale. Un coaching adeguato garantisce che la biomeccanica e l’allineamento spinale siano ottimizzati per distribuire lo stress, ridurre il rischio di lesioni e aumentare le prestazioni.

  1. Lavorare sui movimenti

Non dobbiamo preoccuparci se le nostre spalle si abbassano mentre siamo seduti a una scrivania intenti al lavoro. E’ quando siamo in movimento che è fondamentale avere la capacità di estendere completamente il torace per consentire attività funzionali come il sovraccarico, il raggiungimento, la rotazione o la pressione del peso in testa.

  1. Varia la tua postura

Tante persone sono costrette a rimanere nella medesima posizione per molte ore di fila. Se questo causa stress e dolore, minuscole variazioni nella postura sono la miglior strategia possibile per aiutare a ritrovare il confort. Strategia sicuramente vincente rispetto all’ostinarsi a mantenere una postura “perfetta” per tutto il tempo.

I piccoli aggiustamenti aiutano a distribuire lo stress in diverse aree corporee anziché concentrarlo negli stessi punti. Dimenticare la “perfetta postura statica” e pensare a un sano e buon movimento costante è la strategia più efficace da mettere in atto. Ricordando sempre di usare il miglior allineamento possibile se si è impegnati in un intenso esercizio fisico. Questo terrà lontano il dolore.

Spero di esserti stato utile! Come sempre, ci vediamo al prossimo articolo oppure nel mio studio di fisioterapia a Roma Eur Marconi, ciao!

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